Fare SEO per ecommerce è un’attività piuttosto complessa. Si tratta di migliorare il posizionamento organico di un progetto che presenta caratteristiche del tutto peculiari, molto differenti rispetto a quelle di un sito web aziendale o di un portale editoriale.
Generalmente chi decide di aprire un eCommerce non ha alcuna conoscenza in ambito SEO e crede che sia possibile realizzare profitti semplicemente creando uno store che contenga un gran numero di prodotti. La realtà è ben diversa: occorrono competenze specifiche per riuscire a vendere con uno shop online.
In questa guida cercherò di illustrarti i punti essenziali su cui devi focalizzarti per riuscire a migliorare il posizionamento organico del tuo ecommerce. Quest’articolo non ha alcuna pretesa di esaustività, perché l’argomento SEO per eCommerce è davvero molto vasto.
Tuttavia, sia che tu abbia già un ecommerce, sia che ti accinga a crearne uno, qui troverai i consigli principali per riuscire ad aumentare significativamente la visibilità sui motori di ricerca e, di riflesso, incrementare le vendite.
Se seguirai le mie indicazioni, riuscirai ad essere competitivo anche nei confronti di colossi quali Amazon o E-bay, non in termini di fatturato naturalmente, ma per quanto riguarda il posizionamento dei tuoi prodotti nel momento in cui verranno cercati dai tuoi potenziali clienti.
SEO per ecommerce: le aree di intervento
Come detto, l’ottimizzazione SEO per ecommerce è davvero un argomento ampio e complesso. Per semplicità, ho scelto di suddividere le attività da implementare in 6 aree distinte:
- Analisi e strategia
- Struttura del sito
- Contenuti
- SEO tecnica
- Link building
- Monitoraggio
Si tratta semplicemente di una schematizzazione di massima, utile per avere un quadro di riferimento che consenta di individuare le aree di intervento su cui devi focalizzarti.
Sei pronto? Bene, cominciamo.
Analisi e strategia
Qualsiasi progetto online deve necessariamente partire dall’analisi del mercato di riferimento e dalla pianificazione strategica delle attività da condurre per raggiungere determinati obiettivi. Non si può improvvisare, e questo vale a maggior ragione per l’ecommerce, che è un business a tutti gli effetti, costantemente esposto al rischio di impresa al pari di tutte le altre aziende.
Studio del mercato
La prima attività da compiere per chiunque si appresti a creare uno shop online deve essere uno studio approfondito del proprio mercato di riferimento, che includa l’analisi dei competitor e l’individuazione delle buyer personas.
La buona notizia è che nell’era digitale puoi effettuare una ricerca di mercato a costo zero. Ti basterà analizzare gli ecommerce dei tuoi competitor, non per imitarli, ma per riuscire a fare meglio di loro.
Cerca inoltre blog o forum di settore che coprano la tua nicchia per capire meglio quali siano i reali desideri o i bisogni della tua buyer persona. Non pensare di conoscere il tuo potenziale cliente, non dare nulla per scontato.
Spesso la prospettiva di un imprenditore è differente rispetto a quella di un acquirente. Il mio consiglio è quello di dedicare del tempo a questa fase preliminare, annotando in un file tutto ciò che ti sembra significativo.
L’ideale sarebbe condurre un’analisi SWOT, in modo da individuare chiaramente le opportunità e le minacce presenti nel mercato in cui operi, oltre ai tuoi punti di forza e alle tue criticità.
Scelta delle keyword
La ricerca delle keyword è un’attività essenziale per qualsiasi progetto online, dal piccolo blog personale al grande portale con elevato volume di traffico. Per effettuarla puoi utilizzare il Keyword Planner Tool messo a disposizione gratuitamente da Google Ads, oppure altri strumenti gratuiti come Ubersuggest o Answer the public.
In alternativa, se hai qualche euro da investire, ti consiglio alcuni tool a pagamento che possono coadiuvarti col tuo progetto e-commerce: Semrush o Seozoom, ad esempio, sono entrambe ottime soluzioni.
Anche in questo caso il mio personale consiglio è quello di non dare nulla per scontato, ma di agire in maniera strategica per incrementare la visibilità del tuo business online.
L’errore più comune è quello di concentrarsi su parole chiave generiche ad alto volume di traffico, trascurando quelle che presentano bassi livelli di ricerca. In realtà le chiavi ad alto volume di traffico sono per lo più query a carattere informativo e non transazionale.
Ad esempio, supponiamo che tu abbia un ecommerce di complementi d’arredo. Se effettui una keyword research, ti renderai conto che la parola “lampade” presenta un elevato volume di ricerche mensili (circa 60.500).
Digitando questa query sui motori di ricerca, Google restituisce un altissimo numero di risultati (ben 81.300.000).
Sicuramente però le persone che effettuano questa specifica ricerca su internet sono ben lontane dalla volontà di acquistare un determinato prodotto.
Si trovano nella parte alta del cosiddetto funnel di vendita, quella in cui ci si informa sulle caratteristiche dei diversi prodotti, ma non si è ancora maturato un preciso intento d’acquisto.
Quindi queste parole chiave generiche risultano molto competitive e allo stesso tempo molto lontane dal tuo obiettivo, che è quello di incrementare il ROI.
Le parole su cui dovrai focalizzarti sono le cosiddette long tail keywords (chiavi di ricerca a coda lunga), che sono specifiche, presentano bassi volumi di ricerca, ma generano maggiori conversioni.
Le keyword long tail sono stringhe formate da quattro o più parole, che esprimono un search intent di tipo transazionale e non puramente informativo.
Per trovarle, puoi utilizzare il Keyword Planner oppure il suggest di Amazon. Il motore di ricerca di Amazon può rivelarsi una miniera di informazioni preziose per cominciare ad abbozzare l’alberatura del tuo ecommerce.
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Riprendendo l’esempio della lampada, una query possibile potrebbe essere “lampada da terra ad arco”, caratterizzata da un volume molto più basso di ricerche mensili (1.900).
A questa keyword corrispondono “pochi” risultati sulla pagina dei motori di ricerca (solo 875.000 su Google).
È evidente che la volontà d’acquisto è molto più forte in quest’ultima ricerca rispetto alla parola generica “lampade”. Dovrai creare quindi delle categorie con parole chiave generiche e delle sottocategorie con le keyword a coda lunga.
Scelta dell’hosting
Questo è un fattore spesso trascurato da chi apre un ecommerce. In realtà, si tratta di una scelta fondamentale che incide sulla velocità e sulla sicurezza della navigazione. Un buon hosting deve garantire una perfetta tenuta anche nei momenti di picco di traffico. Proprio per questo motivo l’ho inserito in questa prima parte: si tratta di una scelta strategica, soprattutto per chi voglia seriamente dedicarsi al business online e crescere nel lungo periodo.
Scelta del CMS
Il CMS (Content Management System) è la piattaforma in cui inserisci i contenuti del sito e l’interfaccia con cui vengono presentati all’utente. Ce ne sono tantissimi in circolazione. I più diffusi in ambito ecommerce sono Woocommerce, Shopify, Prestashop e Magento, generalmente utilizzato per progetti più complessi. In alternativa, si può optare per un CMS proprietario.
In ogni caso, se hai un ecommerce è assolutamente fondamentale poter disporre di un software che ti consenta di aggiornare le schede prodotto e inserire nuovi contenuti sul sito in maniera rapida e semplice.
Un buon CMS deve essere veloce, facile da gestire e da aggiornare e allo stesso tempo garantire una buona UX. Anche in questo caso, si tratta di una scelta strategica, perché incide sulla sostenibilità del business nel lungo periodo e sulla sua capacità di espansione.
Struttura del sito
La struttura di un ecommerce, come e più di qualsiasi altro progetto sul web, deve essere pensata sia in funzione del motore di ricerca che degli utenti.
In sostanza, il tuo shop online deve garantire la rapida indicizzazione dei contenuti da parte del crawler e allo stesso tempo deve essere di facile navigazione per il visitatore.
Questi sono gli aspetti da tenere in considerazione:
Architettura dell’informazione
In un ecommerce, i prodotti e le rispettive categorie devono essere inseriti in una struttura gerarchica, coerente con le tassonomie individuate, ma che non sia molto profonda. L’alberatura del sito non dovrebbe essere troppo sbilanciata in senso verticale.
In sostanza, ogni pagina dell’ecommerce dovrebbe trovarsi a massimo tre clic di distanza dall’homepage.
Il modo migliore per organizzare un ecommerce è creare una struttura piramidale di questo tipo: homepage-categorie-sottocategorie-schede prodotto.
Questa struttura a livelli non troppo profondi garantisce facilità di navigazione per l’utente e favorisce la scansione da parte del motore di ricerca, perché ottimizza il crawl budget.
Per crawl budget si intende l’ammontare di risorse che lo spider del motore di ricerca dedica alla scansione di ciascun sito. Se la struttura è troppo profonda, il crawler non riuscirà a raggiungere tutte le pagine dell’ecommerce.
Viceversa, una struttura piramidale ma snella agevola il compito del motore di ricerca e rende più fluida la navigazione per l’utente.
Breadcrumbs
I breadcrumbs, cioè le briciole di pane, sono quelle indicazioni che comunicano in maniera immediata la posizione dell’utente all’interno del sito, elencando il percorso di navigazione nella parte superiore di ogni pagina.
Sono molto utili, perché consentono di orientarsi con facilità anche all’interno di progetti molto complessi, evitando di accedere dal menu o di cliccare sulla freccia per tornare indietro.
Motore di ricerca interno
Inserire un motore di ricerca all’interno del tuo ecommerce può aumentare il tasso di conversione. Oggigiorno le persone sono abituate a cercare quello di cui hanno bisogno, perché ormai sul web la ricerca è diventata una convenzione.
Fai in modo che le persone che atterrano sul tuo sito riescano a trovare ciò di cui hanno bisogno in tempi brevi. Altrimenti, potrebbero abbandonare il tuo sito per rivolgersi alla concorrenza e tu perderesti un potenziale acquirente.
UX
È importante che il tuo ecommerce sia user-friendly. Come detto, l’architettura dell’informazione deve essere gerarchica e realizzata secondo una struttura logica coerente.
Allo stesso tempo, il percorso di navigazione dev’essere veloce e l’interfaccia semplice e intuitiva, alla portata anche di coloro che non sono particolarmente avvezzi agli acquisti online. Devi garantire facilità e rapidità di navigazione, per massimizzare la user experience dei tuoi potenziali clienti.
Ho approfondito questo tema in un altro articolo in cui spiego come migliorare la user experience del tuo ecommerce sia da desktop che da mobile.
Contenuti
Dopo aver esaminato le principali caratteristiche strutturali del sito, concentriamoci sui contenuti di un ecommerce. Quest’aspetto è spesso trascurato da chi si approccia per la prima volta alla vendita online, che lo reputa erroneamente un fattore di secondaria importanza.
Si tratta invece di un elemento decisivo ai fini della visibilità del progetto sui motori di ricerca.
Descrizioni originali dei prodotti
L’errore più comune che commettono i gestori di ecommerce è quello di copiare le descrizioni delle schede prodotto da cataloghi e manuali dei produttori o addirittura dalla concorrenza. A volte le descrizioni degli articoli in vendita sono completamente assenti.
Si tratta di leggerezze che costano caro in termini di posizionamento. È risaputo infatti che “Content is king” , ovvero i contenuti di qualità sono fondamentali per decretare il valore di qualsiasi progetto online. I motori di ricerca penalizzano fortemente i contenuti copiati e duplicati, mentre al contrario premiano i testi originali, pertinenti e di valore per gli utenti.
Inoltre, descrizioni originali e accattivanti possono aumentare il tasso di conversione del tuo ecommerce. Quindi, per quanto possa risultare lungo e laborioso scrivere descrizioni uniche per centinaia di prodotti, il mio consiglio è di farlo assolutamente. Magari puoi cominciare inserendo solo le descrizioni dei prodotti principali, per poi completare man mano tutte le altre.
Categorie descrittive
Non tralasciare le categorie. Le descrizioni delle schede prodotto sono essenziali, ma è importante anche inserire contenuto originale all’interno delle categorie. Gli utenti che cercano parole chiave generiche accederanno al tuo sito proprio da queste pagine, ed è importante invogliarli a proseguire nella navigazione e magari riuscire a convertirli.
Il tuo obiettivo deve essere quello di minimizzare il bounce rate, cioè la frequenza di rimbalzo del tuo ecommerce. Devi riuscire a trattenere gli utenti sul sito e possibilmente indurli ad effettuare uno o più acquisti. Proprio per questo è importante curare nel dettaglio ogni porta d’accesso al tuo shop online, senza trascurare queste pagine più generiche.
Tieni presente che spesso gli utenti non conoscono con precisione il nome esatto del prodotto che stanno cercando, e se atterrano su una pagina priva di contenuto, quasi sicuramente abbandoneranno il tuo sito per rivolgersi altrove.
Immagini ottimizzate
Ottimizzare le immagini per la SEO è un imperativo categorico per qualsiasi ecommerce, data l’assoluta preponderanza della componente visual.
Le immagini sono utili sia ai motori di ricerca che ai potenziali clienti. Devono essere leggere per non prolungare inutilmente il tempo di caricamento delle pagine, ma allo stesso tempo devono essere di buona qualità.
Il mio consiglio è quello di alleggerirne il peso con dei tool facilmente reperibili anche online. Per ovviare al problema della qualità, il trucco è proporre più immagini dettagliate e ravvicinate dei prodotti, piuttosto che un’unica foto ad alta risoluzione.
Consiglio inoltre di indicare le dimensioni delle immagini, in modo da favorirne la corretta indicizzazione da parte di google. Altro aspetto fondamentale è l’inserimento della keyword per cui intendi posizionarti all’interno del campo alt text, ma su questo ci soffermeremo meglio nella sezione successiva dedicata alla SEO tecnica.
Video
Inserire un video di presentazione o un video tutorial all’interno delle tue schede prodotto può rivelarsi una strategia estremamente efficace per massimizzare l’engagement del visitatore e di riflesso la sua propensione all’acquisto.
È risaputo infatti che i video sono uno dei formati preferiti dal pubblico. Non solo. Puoi inserire i video che hai creato all’interno del tuo canale Youtube e ottimizzarli per questo social network. Vale la pena sottolineare che youtube è il secondo motore di ricerca al mondo dopo Google e i suoi contenuti, se debitamente ottimizzati, si posizionano direttamente sulla pagina dei risultati di questo motore di ricerca.
Pertanto, implementare una content strategy che includa anche i video può portarti notevoli benefici lato SEO, perché è in grado di intercettare traffico profilato di utenti realmente interessati ai tuoi prodotti.
Blog
Fondamentale ai fini del posizionamento organico, il blog può essere utile anche per aumentare l’autorevolezza del brand. Per realizzarlo, puoi creare un piano editoriale basato sui risultati della keyword research effettuata nella fase iniziale.
Il consiglio è di privilegiare le query a carattere informativo per proporre articoli di approfondimento al lettore. All’interno dei contenuti dovrai poi inserire link alle schede prodotto, in maniera del tutto naturale e pertinente al contesto, senza inutili forzature.
Content is king, ricordalo sempre. Come già detto, Google, al pari degli altri motori di ricerca come Bing e Yahoo, premia quei contenuti che offrono reale valore agli utenti.
Risorse gratuite
Direttamente collegato al blog e all’importanza dei contenuti è la possibilità di far scaricare ai visitatori del sito risorse gratuite e utili, come ad esempio guide, ebook, tutorial, infografiche. In questo modo riuscirai ad acquisire traffico organico profilato e aumenterai la tua autorevolezza agli occhi dei motori di ricerca e dei consumatori.
Newsletter
L’invio di una newsletter può essere molto utile per stabilire una relazione diretta coi tuoi potenziali clienti e per “scaldare” gradualmente i lead acquisti, fino a condurli alla conversione. La newsletter è uno strumento spesso sottovalutato, ma in realtà costituisce un ottimo canale di marketing, utile ad acquisire nuovi clienti e fidelizzare quelli esistenti.
Ti consente ad esempio di proporre sconti esclusivi e altre promozioni riservate ai tuoi iscritti. L’importante è non spammare le caselle mail con contenuti esclusivamente commerciali, ma offrire anche approfondimenti e informazioni utili per il tuo target.
Se hai la possibilità di investire dei soldi, l’ideale sarebbe utilizzare un CRM (customer relashionship management) un software che ti consente di segmentare il pubblico sulla base delle azioni compiute in risposta alle mail ricevute, personalizzando in maniera mirata l’invio di proposte commerciali e contenuti informativi.
Il cosiddetto DEM (direct email marketing) si basa sul monitoraggio di ogni clic sulle mail inviate, determinando specifiche sequenze di invii in funzione della massimizzazione del ROI.
Faq
Soprattutto negli ecommerce più grandi, una pagina con le FAQ può essere molto utile per rispondere a qualsiasi dubbio o domanda da parte della tua buyer persona. Gli utenti possono essere disorientati dalla presenza di moltissimi prodotti, o semplicemente avere la necessità di chiarire alcune perplessità. In questo modo puoi offrire un servizio puntuale di customer care, anticipando la soluzione a possibili problemi.
Il consiglio è quello di basarti sulle domande che ricevi più frequentemente dalla tua audience. Puoi raccogliere le domande generiche inerenti al servizio o alla spedizione in una pagina dedicata, inserendo invece quelle relative agli articoli in vendita all’interno della specifica scheda prodotto.
Dal punto di vista SEO, riuscirai a sfruttare questi contenuti per migliorare il posizionamento di alcune keyword, soprattutto quelle a coda lunga.
Lista dinamica di prodotti in homepage
Cerca di inserire direttamente in homepage dei link che conducano agli ultimi arrivi o alle promozioni in corso. In questo modo faciliti il compito dei motori di ricerca, favorendo l’indicizzazione dei relativi contenuti, perché l’homepage di ogni sito viene spiderizzata più spesso rispetto alle pagine periferiche.
D’altro canto, la presenza di questi collegamenti in homepage aumenta le possibilità di conversione da parte di chi arriva sul tuo ecommerce.
Prodotti correlati
Questa tecnica consiste nel proporre i prodotti correlati a quello che il visitatore sta visualizzando in questo momento, in modo da favorire il cross selling. Si tratta di un metodo molto efficace e già ampiamente sperimentato dai principali player in ambito ecommerce.
Sicuramente sarà capitato anche a te di vedere, ad esempio su Amazon, la dicitura “i clienti che hanno visualizzato questo articolo hanno acquistato anche…” accompagnata dai link ad altri articoli. Ecco, quello è il cross selling di prodotti correlati.
Questa tecnica è utilissima per 2 motivi. Non solo, come facilmente intuibile, perché può aumentare le possibilità di conversione da parte dell’utente, ma anche perché incide sul tempo di permanenza sul sito. E in ambito SEO il tempo di permanenza è uno dei fattori di ranking.
SEO tecnica – Ottimizzazione on site e on page
Veniamo ora alla parte più tecnica dell’ottimizzazione per i motori da ricerca. Le indicazioni da seguire in quest’ambito sono davvero numerose, e richiedono interventi mirati e competenze specifiche. La SEO per ecommerce può rivelarsi davvero complessa anche per i consulenti più esperti.
In questa sezione cercherò comunque di illustrarti i principali interventi da mettere subito in atto per migliorare la visibilità del tuo sito agli occhi dei motori di ricerca.
Ottimizzazione per mobile
La fruibilità da dispositivi mobili è un fattore di posizionamento in ambito SEO. Ma soprattutto è una condizione fondamentale per riuscire ad aumentare le vendite online.
Oggi la navigazione da smartphone e tablet è preponderante rispetto a quella desktop, pertanto è assolutamente fondamentale che il tuo ecommerce sia mobile-friendly.
Oltre all’ottimizzazione dell’interfaccia di navigazione, il consiglio è quello di tenere sempre a mente la UX, concentrando i contenuti principali del sito nella sezione above the fold. Fai in modo che chi atterra sul tuo ecommerce capisca immediatamente il contenuto della pagina, senza dover scrollare per reperire le informazioni essenziali.
Velocità di navigazione
La velocità di caricamento del sito è uno dei fattori di ranking per Google, quindi un elemento indispensabile per la SEO. Ma oltre ad essere penalizzato dai motori di ricerca, un sito lento è dannoso per il tuo business perché molto probabilmente scoraggerà i tuoi potenziali clienti, che abbandoneranno la navigazione per rivolgersi a siti più performanti.
Puoi verificare la velocità di navigazione attraverso alcuni tool gratuiti come Google PageSpeed Insights, Pingdom o GTMetrix.
È stato calcolato che il 47% delle persone si aspetta che un sito web venga caricato entro 2 secondi. Il 79% di coloro che sono insoddisfatti della velocità di caricamento abbandoneranno il sito in questione. Non credo ci sia molto da aggiungere.
Protocollo https e certificato SSL
Il protocollo https certifica che i dati scambiati sul sito sono crittografati e quindi non intercettabili. È un aspetto fondamentale per garantire la sicurezza delle transazioni di un ecommerce. Tu compreresti un prodotto da un sito in cui nella barra degli indirizzi, proprio accanto alla url, compare la scritta “non sicuro”?
Se non sei ancora convinto, considera che per Google a partire dal 2016 il protocollo https è diventato ufficialmente un fattore di ranking SEO. Sempre in tema di sicurezza, ti consiglio di inserire i sigilli di sicurezza in fase di checkout. Non perché siano un fattore SEO, ma perché questi badge sono in grado di aumentare i tassi di conversione di una percentuale che oscilla tra il 10 e il 40%.
Url parlanti
Le url, cioè gli indirizzi che compaiono nella barra di ricerca, devono contenere la keyword ed essere SEO friendly, a beneficio sia dei motori che degli utenti. La struttura ideale dovrebbe essere la seguente : nome del sito/categoria/sottogategoria/prodotto.
Nell’esempio della lampada, una url parlante potrebbe essere la seguente:
www.tuoecommerce/illuminazione/lampade/lampada-da-terra-arco
Evita le url infarcite di numeri e di codici prodotto, che non sono descrittive per chi naviga sul tuo store e non ti aiutano col posizionamento.
I consigli sulla SEO per ecommerce di Giorgio Taverniti
Rel=canonical
Una delle peculiarità dell’eommerce rispetto a tutte le altre tipologie di siti consiste nell’avere un gran numero di prodotti quasi identici, che differiscono soltanto per taglia, misura o colore. Inoltre, la navigazione attraverso filtri genera una situazione anomala in cui la stessa url può essere accessibile da menu differenti.
Questa caratteristica, comune a tutti gli shop online a prescindere dal settore merceologico, è potenzialmente molto nociva in ottica SEO e va gestita in maniera adeguata. Il modo migliore per non incorrere in una penalizzazione da contenuti duplicati è quello di implementare il tag rel canonical sulle pagine del tuo ecommerce.
In sostanza, la canonicalizzazione è un procedimento attraverso il quale noi indichiamo a Google qual è la pagina canonica, ovvero quella principale, per un determinato prodotto, a cui tutte le altre fanno riferimento. L’indicazione è quella di scegliere la pagina che risulta meglio ottimizzata e quindi in grado di intercettare maggiori volumi di traffico.
Come si fa concretamente? Nella sezione head della pagina canonica e delle pagine simili devi inserire la seguente stringa :
sostituendo ovviamente la dicitura con l’url della pagina canonica.
Meta robots noindex
Abbiamo già parlato del crawl budget e della necessità di razionalizzare le risorse dello spider in modo da evitare lungaggini e inutile dispendio di tempo per i motori di ricerca. Ebbene, negli ecommerce di grandi dimensioni questa necessità è ancora più pressante.
I grandi progetti presentano tantissime pagine periferiche che sottraggono risorse preziose alla scansione di parti più importanti del sito. In questo caso, la soluzione ideale è quella di ricorrere al meta robots con l’attributo “noindex” per le pagine considerate.
Se il progetto è in fase di lancio si può bloccare la scansione delle risorse tramite robots.txt. Ma bisogna essere molto cauti, poiché questo strumento disperde il PageRank acquisito. Proprio per questo motivo il suo utilizzo è sconsigliato nei casi di ecommerce già avviati.
Evita l’errore 404
Un altro passaggio importante nell’ottica dell’ottimizzazione del crawl budget è quello di evitare l’errore 404, cioè il codice di stato http relativo a una pagina non trovata. Ad esempio, per i prodotti in promozione, può capitare che al termine dell’offerta la pagina venga abbandonata e quindi il server restituisca il codice 404. Oppure quest’eventualità può verificarsi nel caso di prodotti esauriti.
Dovresti cercare di evitare che si produca una situazione simile, implementando un redirect 301 verso pagine contenenti prodotti simili o correlati. Oppure puoi mantenere attiva la pagina 404, personalizzandola con l’indicazione di prodotti alternativi.
In entrambi i casi riuscirai a sfruttare l’autorevolezza che quella specifica pagina ha accumulato nel tempo, migliorerai la Ux e aumenterai la possibilità di ottenere una conversione.
Meta tag
Ogni pagina del tuo ecommerce deve essere ottimizzata in chiave SEO. Gli elementi fondamentali da prendere in considerazione sono il tag title e la meta description.
Il title è in assoluto l’elemento più importante per i motori di ricerca. È quella stringa che compare nella pagina dei risultati, nella prima riga dello snippet. Deve contenere la parola chiave e dovrebbe avere una lunghezza massima di circa 70 caratteri.
La meta description non è un fattore di ranking diretto, ma può essere molto utile per aumentare il ctr, cioè la possibilità che un utente clicchi sulla tua pagina nei risultati del motore di ricerca. Dovresti inserire la parola chiave all’interno di una descrizione sintetica ma accattivante, che non superi i 156 caratteri.
Headings (H1-H6)
Gli headings o intestazioni H1-H6 sono i titoli dei paragrafi, utilissimi per comunicare al meglio i contenuti ai motori di ricerca e favorirne la leggibilità per gli utenti. Sul web devi evitare i muri di testo, che scoraggiano il lettore e rendono più difficoltoso il crawling.
Nelle schede prodotto del tuo ecommerce, cerca di suddividere il testo in paragrafi utilizzando i tag di intestazione. Questi titoli sono ordinati in ordine di rilevanza da H1 a H6, ma non è necessario usarli tutti all’interno della stessa pagina. La cosa fondamentale è che in ogni pagina ci sia un H1 e che questo heading contenga la keyword.
Alt tag delle immagini
Abbiamo già parlato dell’importanza delle immagini all’interno di un ecommerce. Oltre alle caratteristiche esaminate, ovvero la qualità e la velocità di caricamento, le foto devono essere ottimizzate in chiave SEO, attraverso l’inserimento della keyword all’interno dell’attributo “alternative text”.
Ricapitolando, quindi, dovrai inserire la keyword per cui vuoi posizionarti, all’interno dei seguenti elementi:
- Url
- Title
- Meta description
- H1
- Alt text
Link interni
L’ internal linking, cioè l’inserimento di link interni al sito, è molto apprezzato dai motori di ricerca. Come abbiamo visto, puoi sfruttare l’homepage per inserire link alle promozioni o agli ultimi arrivi, oppure indicare i prodotti correlati alla fine di ogni scheda prodotto.
Ma se possibile, i link interni dovrebbero riuscire a connettere sezioni differenti del sito, collegando ad esempio i post del blog e gli articoli in vendita.
Tag
I tag sono degli archivi che consentono di classificare meglio le informazioni. Insieme alle categorie, costituiscono le cosiddette tassonomie di un sito internet. Se implementati correttamente, sono molto utili per comunicare i contenuti del tuo ecommerce ai motori di ricerca.
Molto spesso però si fa molta confusione tra tag e categorie. Quindi è opportuno approfondire meglio l’argomento. Nel caso di un blog, le categorie identificano gli argomenti centrali di cui si parla nel sito. In un ecommerce, le categorie sono le principali classificazioni degli articoli in vendita.
Un tag è un archivio trasversale, che può intersecare categorie differenti. Un errore che si commette spesso negli ecommerce è quello di far coincidere i tag con le categorie. Oppure quello di creare una quantità esagerata di tag, fino ad associare un tag ad ogni prodotto.
Tieni sempre a mente che i tag sono dei contenitori. Devono raggruppare prodotti con caratteristiche simili ma appartenenti a categorie diverse.
Tornando all’esempio dei complementi d’arredo, la categoria di appartenenza delle lampade potrebbe essere “illuminazione”, mentre con i tag potresti indicare lo stile della lampada (classico, contemporaneo, vintage).
Recensioni
Dal punto di vista della SEO, le recensioni degli utenti sono utili perché arricchiscono la tua scheda prodotto e consentono di avere contenuti sempre freschi e aggiornati a costo zero. Oltre a migliorare la visibilità per i motori di ricerca, questi user generated content possono aumentare in maniera significativa il tasso di conversione.
Le recensioni, infatti, agiscono secondo il meccanismo della riprova sociale illustrato da Robert Cialdini nel suo libro “Le armi della persuasione”. Questo principio, secondo cui l’opinione degli altri è una leva persuasiva capace di influenzare le nostre decisioni d’acquisto, è alla base di qualsiasi strategia di marketing.
Rich snippet
Un rich snippet è uno snippet arricchito di dati strutturati che possono aumentare il tasso di clic sulla url del tuo ecommerce. Questi dati sono dei marcatori per i motori di ricerca, che evidenziano le informazioni essenziali che intendi comunicare.
Puoi inserirli attraverso il protocollo di schema.org. Tipicamente, un rich snippet di un ecommerce può contenere il rating, le famose stelline attribuite dagli utenti, oppure i link alle promozioni o alle categorie principali.
Social media
I social media non sono un fattore diretto di ranking, ma costituiscono importanti segnali indiretti che i motori di ricerca tengono sempre più in considerazione. Inoltre possono rappresentare un importante canale di traffico per il tuo shop online.
Per questo il consiglio è quello di inserire i pulsanti di condivisione sui social sia all’interno delle schede prodotto che degli articoli del blog.
Link building
L’ottimizzazione off site, cioè la link building, è importante tanto quanto quella on site. Si tratta di un’operazione complessa e delicata, che se fatta in maniera scriteriata può comportare delle penalizzazioni algoritmiche da cui non è facile uscire.
Se sei un neofita, il consiglio è di rivolgerti a un esperto. Tuttavia, ci sono delle attività di link building che non comportano rischi, purché si riesca a fornire reale valore all’utente.
Guest post
Il guest post consiste nella pubblicazione di un articolo all’interno di una rivista o di un blog di settore. Non deve essere un contenuto promozionale, ma un approfondimento realmente utile per i lettori. Alla fine di questo articolo potrai inserire un collegamento verso l’homepage del tuo ecommerce, sotto forma di firma linkata col tuo nome e cognome oppure col nome del tuo brand.
Ricordati di non usare anchor text manipolative, cioè contenenti il nome del prodotto che vuoi spingere sui motori di ricerca. Rischieresti seriamente di subire una penalizzazione.
Digital PR
Le digital PR rappresentano una delle attività più proficue e meno rischiose nell’ambito della link building. Ma richiedono comunque tempo e dedizione, oppure un investimento economico.
Cerca di stabilire una rete di contatti con portali e blog che operano nella tua nicchia. Lo scopo è quello di coinvolgere uno youtuber o comunque un influencer che riesca a promuovere i tuoi prodotti presso i suoi follower. In questo modo otterrai link e aumenterai la popolarità del tuo brand.
È bene precisare che questi link devono necessariamente essere accompagnati dall’attributo no follow, ma sono comunque utili ad incrementare il traffico verso il sito e migliorare la brand awareness.
Comunicati stampa
Un altro modo per ottenere link è attraverso i comunicati stampa. Cerca di pubblicarli in concomitanza con eventi particolari, quali ad esempio il lancio di una promozione o di un nuovo prodotto. Ma non limitarti ad inviarli soltanto ai siti che raccolgono comunicati stampa.
Otterresti link di bassa qualità che non gioverebbero molto alla visibilità del tuo ecommerce. Anche in questo caso, cerca di coinvolgere tutti i soggetti che operano nel tuo settore, inviando comunicati a portali, blog e riviste rilevanti per il tuo target.
Monitoraggio
L’ottimizzazione SEO di un ecommerce non si limita alla progettazione, realizzazione e messa online del sito. Prosegue anche nella fase successiva, quella in cui il progetto è già avviato, ma può e deve essere migliorato.
Il monitoraggio della tua attività ti consente di migliorare la qualità del servizio offerto, sia agli occhi dei motori di ricerca che dei possibili acquirenti.
Google Search Console
Con la Google Search Console puoi monitorare le parole chiave con cui gli utenti giungono sul tuo sito. Ti basterà analizzare le pagine con più traffico filtrandole per query di ricerca, per individuare altre keyword attinenti ai tuoi prodotti. Potrai quindi arricchire le pagine esistenti integrando nuovi contenuti, oppure creare nuove pagine relative agli argomenti correlati.
In questo modo otterrai un duplice vantaggio: da un lato, riuscirai ad espandere il campo semantico del tuo sito, migliorandone le performance in ottica SEO. Dall’altro, intercetterai traffico qualificato realmente interessato ai tuoi prodotti, aumentando le possibilità di convertire.
Google analytics
Con Google analytics puoi verificare quali sono le pagine più visitate del tuo sito e di conseguenza i prodotti più richiesti. Questo ti servirà per evidenziarli nella tua homepage o per valutare la possibilità di avviare delle promozioni.
Inoltre, puoi verificare se ci sono problemi nel funnel di vendita, monitorando il comportamento degli utenti e rilevando ad esempio il tasso di carrelli abbandonati.
Ciao, pagina davvero interessante e con molte informazioni utili.
Ho però una domanda se possibile, ho seguito dei corsi dove, l’esperto, per i siti e-commerce consiglia di creare delle pagine con url secche senza passare dalle categorie. Questo sia per evitare url troppo lunghe che il rischio di avere pagine duplicate.. per esempio http://www.miosito.com/bolgheri-Sassicaia-doc-Sassicaia-1999, Senza indicare le categorie http://www.miosito.come/vini-rossi/toscana/bolgheri-Sassicaia-doc-Sassicaia-1999.. Tu cosa ne pensi? è valido oppure ci possono essere dei rischi in merito alla visibilità in SERP?
Grazie Elena
Ciao Elena,
innanzitutto grazie per gli apprezzamenti. Spero tu abbia trovato consigli utili.
Per quanto la riguarda la tua domanda, condivido quello che ti è stato detto. Per i prodotti degli ecommerce, infatti, conviene impostare le URL senza il path di categoria per 2 motivi principali.
Innanzitutto per mantenere le URL brevi agli occhi del mortore di ricerca e migliorare la user experience di chi legge. URL chilometriche non piacciono né a Google né agli utenti, che devono sforzarsi per riuscire a comprendere il contenuto della pagina.
E soprattutto, come ti hanno giustamente detto, per evitare duplicazioni. Questo perché tu potresti inserire lo stesso prodotto in 2 categorie differenti: ad esempio vino Sassicaia potresti averlo sia nella categoria vini rossi toscani che in un’altra chiamata “I nostri vini migliori”. A quel punto avresti da una parte l’URL che hai citato tu, cioè http://www.miosito.come/vini-rossi/toscana/bolgheri-Sassicaia-doc-Sassicaia-1999 e dall’altra un’URL di questo tipo: http://www.miosito.come/vini-migliori/bolgheri-sassicaia-doc-sassicaia-1999. Quindi avresti 2 URL diverse per identificare lo stesso identico prodotto, e questo è considerato contenuto duplicato e va assolutamente evitato.
Invece se non inserisci il path di categoria, lo stesso prodotto lo puoi includere tranquillamente in 2 o addirittura più categorie, perché l’URL rimane invariata. In questo modo non corri nessun rischio di duplicazioni, perché quel prodotto è raggiungibile soltanto da un’unica URL. Lo hai semplicemente inserito in 2 categorie diverse, ma l’URL è sempre la stessa.
Quindi se accorci le URL dei prodotti non perdi visibilità, anzi è proprio il contrario: le URL brevi sono sempre preferibili a URL eccessivamente lunghe e inoltre in questo modo ti cauteli contro il rischio di generare contenuti duplicati.
Specifico anche che le URL vanno scritte sempre con caratteri tutti minuscoli, quindi nel tuo caso lo slug corretto è bolgheri-sassicaia-doc-sassicaia-1999.
Per comunicare meglio il percorso che dalla home si snoda verso le pagine foglia, puoi utilizzare i breadcrumb, che sono utilissimi a questo scopo, e taggarli coi dati strutturati di tipo BreadcrumbList (https://schema.org/BreadcrumbList).
Quindi il consiglio è di mantenere brevi le URL dei prodotti e utilizzare i beadcrumb su tutte le pagine del sito, valorizzandoli coi dati strutturati.
Spero di aver chiarito i tuoi dubbi.